SABINA FRANCESCANA

Francesco d’Assisi (1182-1226) nel 1208 maturò la vocazione evangelica e apostolica, attorno a lui si radunarono i primi compagni e in quell’anno iniziò la missione entrando in Sabina.

La Sabina fu amata e prediletta da San Francesco per la generosità della sua gente e la bellezza della sua natura. Poggio Bustone fu l’inizio del cammino in Sabina con il saluto

Buon giorno, buona gente

poi Fonte Colombo (1217), Greccio (1223), La Foresta (1225). Rieti in quel tempo era sede della corte papale.

Di Greccio il Santo disse

In nessuna grande città ho visto tante conversioni quante in questo piccolo castello di Greccio.

Tra i primi compagni i beati reatini Illuminato che lo seguì nel viaggio in Terra Santa e il nobile cavaliere Angelo Tancredi che divenne il suo guardiano personale: si occupava della sua salute, del vestiario e dei bisogni più spiccioli. Fu lui ad intonare il Cantico delle Creature il giorno del transito d

i San Francesco.

Francesco ha lasciato in Sabina le sue impronte: quaranta insediamenti tra chiese e conventi, tradizioni e memorie, ricordi e cammini, santi e beati che insieme a frati antichi e nuovi trasmettono il suo messaggio di povertà, semplicità, fraternità e pace. Altri due beati reatini completano il quadro del secolo: Rinaldo (1241) e Pace (1270).

La prima santa del Secondo Ordine Francescano fu Filippa che trasse i natali dalla nobile famiglia dei Mareri sul finire del secolo XII, nel castello di loro proprietà.

Santa_Filippa_Marerijpg

«Santa Filippa Mareri»

  Avviata da San Francesco alla vita di perfezione negli anni 1221-5 , prese la risoluzione di consacrarsi a Dio con tale determinazione che né le pressioni dei parenti, né le minacce del fratello Tommaso, né le richieste dei pretendenti riuscirono a rimuovere. Impossibilitata a condurre una vita di preghiera e di ascesi in famiglia, come Chiara di Assisi, fuggì da casa insieme ad alcune ancelle e si rifugiò in una grotta nei pressi di Mareri oggi detta Grotta di Santa Filippa e vi rimase fino al 1228, quando i due fratelli Tommaso e Gentile, con strumento notarile del 18 settembre 1228, le donarono il castello di loro proprietà con annessa la chiesa di san Pietro de Molito oggi Borgo San Pietro di Petrella Salto. La santa vi si trasferì con le sue seguaci e nella nuova dimora organizzò e diresse la vita claustrale secondo il programma tracciato da san Francesco alle clarisse di San Damiano. La cura spirituale del monastero venne svolta dal beato Ruggero da Todi, il frate incaricato dallo stesso San Francesco per l’assistenza spirituale alle clarisse.

Sotto la sua guida il monastero diventò una scuola di santità e la fondatrice divenne una maestra di vita spirituale. L’occupazione principale a cui la comunità religiosa si dedicava era il culto e la lode di Dio, la vita liturgica, la lettura e lo studio della Bibbia. Accanto all’attività dello spirito curava anche il lavoro, il servizio dei poveri e l’apostolato sociale con la preparazione delle medicine che dispensava con disinteresse anche nei paesi vicini al monastero. Filippa morì il 16 febbraio 1236. La sua tomba divenne presto meta di pellegrinaggi e vi si cominciarono a registrare grazie e favori celesti elargiti da Dio per intercessione della sua serva. Il titolo di santa compare la prima volta in una Bolla di Innocenzo IV nel 1247, confermato da Pio VII nel 1806 ad un secolo di distanza dalla ricognizione delle sue spoglie mortali quando venne ritrovato il suo cuore incorrotto ed oggi conservato in un reliquario d’argento. Il monastero fu sommerso insieme al paese dalle acque del lago artificiale e ricostruito nel 1940. Oggi si può ammirare tra l’altro: l’archivio, il museo, la biblioteca e la grotta di Santa Filippa percorrendo il sentiero della Santa.

Le clarisse sono presenti a Rieti nel monastero di San Fabiano e di Santa Chiara (ex casa di Angelo Tancredi) e a Fara Sabina con il titolo di clarisse eremite nel Centro Francescano Santa Maria in Castello dove è allestito il Museo del Silenzio.

A Rieti è antichissimo il convento e la chiesa di San Francesco, a Corvaro di Borgorose si conserva la reliquia del cappuccio del Santo, oggetto di particolare devozione popolare. Oggi l’antico convento di Sant’Antonio al Monte è Oasi Francescana per accoglienza, attività spirituale e culturale. La chiesa di San Francesco ospita la statua di Sant’Antonio da Padova (1195-1231) a cui i reatini sono particolarmente legati e devoti. I festeggiamenti del giugno antoniano in suo onore sono davvero la festa della città. La processione dei ceri, il saio nero con cordone bianco della Pia Unione di Sant’Antonio da Padova, fondata nel 1812 la cui origine e tradizione risale alla confraternita (1574-1739) lega di padre in figlio il passaggio dell’abito. La statua del Santo è “ vestita “ con gli ori del tesoro dalle donne della Pia Unione, percorre le vie della città, sorretta dalle braccia dei portatori per un peso di 14 quintali.

A Rieti ammiriamo la statua del Santo benedicente e sul Terminillo il Templum Pacis di San Francesco eretto nel decennale del titolo di patrono d’Italia ed inno al creato da parte del Padre Riziero Lanfaloni ofm conv (1922-1995) su progetto dell’architetto Carlo Alberto Carpiceci.

ingresso-chiesa-terminillojpg
«Templus Pacis»

Il pensiero e l’opera di San Francesco d’Assisi ha attirato i sabini nelle famiglie francescane ed ha generato belle figure di frati come altrettante sono state presenti nel territorio vivendo e proclamando il Vangelo secondo lo spirito di San Francesco d’Assisi.

San Felice da Cantalice (1515 - 1587) è stato il primo santo dei Cappuccini, a cui segue San Giuseppe da Leonessa (1556 - 1612) e San Crispino da Viterbo (1668-1750). San Felice pellegrino, anima mariana e questuante è compatrono della diocesi di Rieti. San Giuseppe predicatore, questuante e missionario , erige Monti Frumentari e Monti di Pietà, ripara ospedali e conforta i prigionieri. San Crispino dal 1703 al 1709 fu a Monterotondo come ortolano, mendicava l’elemosina ed insegnava ai contadini i rudimenti della fede.

A Scandriglia il convento di San Nicola fu il primo della serafica famiglia (1530-1888) in esso come quello di Cittaducale fondato nel 1569 si sono formati religiosi esemplari. E ‘ da citare lo storico P. Benedetto Palocci di Scandriglia (1607 - 61) e P. Giuseppe Antonio Lattanzi (1668 - 1727) predicatore e missionario anticipatore della Via di Francesco nel 1725. A Monterotondo nel 1609 fu eretto un nuovo convento che ha dato i natali a P. Giuseppe Maria autore del libro “ I santuari mariani in Sabina “ del 1899.

Santuario_Santa_Maria_delle_Graziejpg

«Santuario di Santa Maria delle Grazie»

A Scandriglia il santuario di Santa Maria delle Grazie è una perla di fede e di cultura. Qui si sono formati i beati Amedeo Meneses de Sylva (1420 - 1484) fondatore del santuario e promotore del culto mariano, Bonaventura da Barcellona (1620 - 1684) fondatore dei Ritiri; i santi Carlo da Sezze (1613 - 1670) il cui cuore è rimasto incorrotto, Leonardo da Porto Maurizio (1676 - 1751) apostolo della Via Crucis, predicatore anticipatore del dogma dell’Immacolata Concezione. Entrambi invitano all’associazionismo e alla devozione mariana. Altre figure da ricordare sono i venerabili: Giovan Battista da Borgogna (1700-1726), Giuseppe Spoletini (1870-1951), Ginepro Cocchi (1900-1939) missionario martire in Cina.

In Sabina hanno operato sull’esempio del beato Bonaventura: San Tommaso da Cori (1655-1729) fondatore del Ritiro di Palombara Sabina e San Teofilo da Corte (1676-1740) con la sua predicazione.

Queste figure, insieme a tante altre, hanno promosso e diffuso il culto mariano e dei santi, il perdono di Assisi del 2 agosto, la Via Crucis, il presepio, le processioni, l’Ordine Francescano Secolare, le associazioni, la predicazione, l’offerta della lampada votiva, le edicole, la devozione al Corpus Domini che ha suscitato le infiorate, l’arte e la cultura.

Tra queste figure ci sono francescani elevati alla dignità vescovile: Rainaldo (1249-52), Angelo (1302), Biagio da Leonessa (1347-78), Costantino Barzellini (1574-84), Gaspare Pasquali (1604-12) della diocesi di Rieti; Centini Felice (1633-41) della diocesi Sabina; Luciano Saracani (1882-88) di Greccio della diocesi di Poggio Mirteto; Arduino Cristoforo Terzi (1884-1971) di Petrella Salto della diocesi di Massa-Carrara.

La Sabina francescana nel tempo e nel racconto fa sue le parole di papa Francesco: 

Ascoltare, Camminare, Annunciare

 Vuole essere una fiaccola per tutti nel segno dell’accoglienza, del dialogo e dell’amicizia sociale.

Una fiaccola che dobbiamo alimentare con il nostro olio d’oliva. La fede e la carità hanno bisogno della cultura. La cultura non è uno spazio da occupare ma un luogo da abitare.

La Sabina sin dall’origine fu nella Provincia Romana, fu interessata dalle correnti rinnovatrici dell’Osservanza e dai movimenti collaterali (Clareni e Amadeiti) e dai Cappuccini. Un vigoroso risveglio spirituale fu quello della Riforma che chiedeva di abbandonare i conventi che l’Osservanza aveva ereditato dai Conventuali e di ritirarsi a vivere in luoghi più raccolti e solitari. La Provincia fu interessata dai Ritiri a cui si contrapposero le soppressioni napoleoniche ed italiche . Nel 1897 Leone XIII ordinò la fusione degli Osservanti (Provincia di Santa Maria in Aracoeli) e di Riformati ( provincia di San Michele Arcangelo) in una unica famiglia.

Ricostituite nel 1910 e poi di nuovo unite nel 1946 con il titolo di Provincia Romana dei SS. Apostoli Pietro e Paolo oggi ha il titolo di Provincia San Bonaventura da Bagnoregio dei frati Minori. La Provincia è il termine territoriale per indicare l’estensione della regione Lazio che oggi ha inserito anche la regione Abruzzo. I Cappuccini hanno il titolo di Provincia Serafica dell’Immacolata Concezione e comprendono territorialmente il Lazio, l’Abruzzo, l’Umbria e le Marche.




Letture consigliate:

AA.VV., Il francescanesimo nella valle reatina, Pizzi - CaRiRi, Rieti, 1993

AA.VV., Il francescanesimo nel Lazio,  Amministrazioni provinciali del Lazio, Roma, 1994

JOERGENSEN G., Il libro del pellegrino,  Il Velino - CaRiRi, Rieti, 1982

MASSIMIANI U., Il movimento francescano sabino, Istituto di Studi Sabini, Scandriglia, 1986

MASSIMIANI U., Il santuario di santa Maria delle Grazie in Ponticelli Sabino, Istituto di Studi Sabini, 1982-2022

MISTRETTA M. B., Francesco architetto di Dio,  Città Nuova, Roma, 1983

ZUCCONI G. ofm,  La provincia romana dei frati minori, Ofm, Roma, 1972


Approfondimenti:

Sito ufficiale dell'8° centenario https://www.centenarifrancescani.org

Centro Culturale Aracoeli  https://www.centroculturalearacoeli.org

Ordine dei Frati Minori  https://ofm.org

Ordine dei Frati Minori Cappuccini https://www.ofmcap.org

Ordine Francescano Secolare d'Italia https://www.ofs.it

Ordine dei Frati Minori Conventuali https://www.ofmconv.net

Monastero Clarisse Eremite http://www.clarisseremite.com

Pia Unione Sant'Antonio di Padova https://www.giugnoantonianoreatino.it