OPERAZIONE HUSKY

“Operazione Husky” è il nome in codice che gli Alleati usarono per lo sbarco in Sicilia. Stabilito nella Conferenza di Casablanca (14-24 gennaio 1943) e fissato per l’estate dello stesso anno.

Per lo sbarco in Sicilia furono impiegati, per la prima volta in Europa (già sperimentati nel Pacifico), trecento mezzi anfibi e i mezzi da sbarco a fondo piatto, studiati per arrivare a ridosso della spiaggia e sbarcare le truppe ribaltando il portellone anteriore. Le forze dello sbarco furono trasportate ed appoggiate da 2.275 navi da carico e 1.800 navi da sbarco ed oltre 280 navi da guerra con la copertura aerea di 4.000 aerei. In totale 160.000 uomini ripartiti fra sette Divisioni di fanteria, due Divisioni corazzate, due Divisioni aerotrasportate, per 600 carri armati , 14.000 veicoli e 1.800 pezzi di artiglieria di vario calibro.

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«La Mappa degli Alleati per il piano d'invasione della Sicilia - Foto Salvatore Reale»

L’operazione inizia il 10 luglio e termina il 17 agosto 1943 quando le forze anglo-americane (la più importante operazione aeronavale della storia prima della Normandia) sbarcate su un fronte di 160 km, da Licata ad Augusta, costringono italiani e tedeschi dell’Asse (due divisioni tedesche e nove divisioni italiane ) ad un tentativo di difesa prima ed alla ritirata poi. Lo scopo di questa operazione era di rendere sicura la linea di comunicazione marittima che attraversava il Mediterraneo, allentare la pressione tedesca sul fronte orientale, intensificare la pressione sull’Italia, agevolare le trattative per indurre la Turchia ad entrare in guerra con gli Alleati. Per questo fu scelto il nome del cane razza Husky per indicare forza, equilibrio, velocità ma anche perché sommava due armate, la settima americana comandata dal generale George Patton e l’ottava inglese comandata dal generale Bernard Law Montgomery. Queste due armate comprendevano americani, australiani, algerini, francesi, inglesi, indiani, marocchini, neozelandesi, polacchi, sudafricani ed oriundi italiani.

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«Sbarco di truppe statunitensi sulle spiagge di Gela»

Gli inglesi dell’VIII Armata dopo lo sbarco, si diressero verso Catania (la città dal 10 giugno 1940 al 8 settembre 1943 subì 67 bombardamenti con 4.918 morti e 4.054 feriti) dove incontrarono la resistenza della Divisione Hermann Goring che bloccò la loro avanzata. Per ordine del presidente Franklin D. Roosevelt, lo spionaggio della Marina USA chiese a Lucky Luciano, un criminale italiano legato alla mafia americana e all’ergastolo a New York, di fornire un contatto in Sicilia affinché la mafia aiutasse gli americani durante lo sbarco. Il contatto avvenne tramite l’Office of Strategic Services (precursore della CIA) e Calogero Vizzini capo mafia locale che favorì il successo americano. Patton combatté a Gela poi puntò su Palermo (22 luglio) e Trapani. I suoi carri armati arrivarono il 17 agosto a Messina battendo sul tempo Montgomery.

Il 17 agosto i tedeschi abbandonarono l’isola passando in Calabria. L’Armata di 300.000 italiani del generale Alfredo Guzzoni in gran parte si dissolse. Soltanto alcune migliaia dei nostri soldati, fatti prigionieri, furono inviati via mare in Algeria. Gli Alleati catturarono un centinaio di carri armati e 359 pezzi di artiglieria oltre tutta l'artiglieria fissa. La battaglia di Sicilia si concluse con notevoli perdite: le forze terrestri italo-tedesche con rispettivamente 4.678 e 4.325 morti, con 116.681 e 5.523 prigionieri oltre a numerosi dispersi e le forze anglo-americane con 2.237 e 2.062 morti, con 5.946 e 7.137 feriti, con 2.644 e 598 prigionieri.

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Lo sbarco in Sicilia ebbe una decisiva influenza in Italia: maturò la destituzione di Benito Mussolini, la caduta del fascismo e il successivo armistizio di Cassibile (Siracusa), firmato il 3 settembre dal generale Castellano per l’Italia e dal generale Bedell Smith per gli Alleati. L’armistizio fu comunicato l’ 8 settembre 1943 con il quale il Regno d’Italia cessò le ostilità contro gli Alleati.


Letture consigliate:

Appolloni C. e Favaccio M., 1943 la Sicilia si arrende, Morrone editore, Siracusa, 2013

Carloni F., Gela 1943,  Mursia, Milano, 2013

Costanzo E., Sicilia 1943,  Le Nuove Muse, Catania, 2007