LE QUATTRO GIORNATE DI NAPOLI

Tre anni di guerra avevano piegato la città di Napoli: interi quartieri devastati o rasi al suolo da oltre cento bombardamenti subiti (230.000 abitanti rimasti senza casa), ridotta alla fame e con fabbriche distrutte.

Poi dopo l’8 settembre 1943 Napoli era stata lasciata senza difesa anche se in alcuni punti della città si erano registrati scontri con morti e feriti, tra i soldati tedeschi invasori e i reparti italiani, sostenuti da nuclei di civili che dai balconi e dalle finestre facevano piovere gli oggetti più disparati per ostacolare gli occupanti.

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In questo scenario un bando del comando tedesco, per cui gli uomini ritenuti "validi" (dalla classe 1910 alla 1925) dovevano essere utilizzati per lavori di fortificazione al nord o inviati in Germania, fece esplodere l’insurrezione popolare. Il bando fu completamente disatteso in quanto delle migliaia di precettati si presentarono soltanto 150 giovani. 

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Il comandante tedesco, colonnello Scholl reagì con una vera caccia all’uomo, casa per casa, rastrellando 8.000 giovani che dovevano essere concentrati nel bosco di Capodimonte per essere poi trasferiti.

I tedeschi oltre a rastrellare e a massacrare i cittadini, distruggevano impianti e infrastrutture, allo scopo di fare terra brucia per scoraggiare la resistenza. I napoletani preferirono a quel punto prendere le armi contro i tedeschi e iniziarono a saccheggiare nelle caserme e nei depositi militari.

È l’inizio delle quattro giornate di Napoli, dal 27 al 30 settembre 1943, in cui si susseguono duri scontri tra tedeschi e cittadini. Tra i civili ci sono donne, operai, borghesi, giovani, ragazzi (gli scugnizzi, come Gennaro "Gennarino" Capuozzo, di 11 anni, MOVM) e militari, in cui gli ufficiali coordinano le operazioni.

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Le quattro giornate di Napoli sono diventate quasi il modello di una resistenza del popolo contro il nazifascismo che richiamano idealmente al Risorgimento. 

Il regista Nanny Loy le ha rappresentate in una pellicola in bianco-nero, con spontaneità ed essenzialità, dove il coraggio sconfigge la paura ma soprattutto quanto era ritenuto invincibile. 

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Il comandante tedesco venne a patti con i patrioti e si ritirò verso nord, mentre arrivavano gli Alleati, provenienti da Salerno dove erano sbarcati il 9 settembre. 

Senza organizzazione e senza preparazione la città accolse gli Alleati da città libera il 1 ottobre.

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Letture consigliate:

  • Aragno G., Le quattro giornate di Napoli. Storie di antifascisti, ed. Intro Moenia, Napoli, 2017

  • Avagliano M. e Palmieri M., Paisà, sciuscià e segnorine. Il Sud e Roma dallo sbarco in Sicilia al 25 aprile, ed. Il Mulino, Bologna, 2021

  • De Jaco A., Le quattro giornate di Napoli. La città insorge,  Editori Riuniti, Napoli, 2016


Per approfondimenti: