LA FIACCOLA DI SAN BENEDETTO

La fiaccola di San Benedetto da Norcia, Pro Pace et Europa Una, è stata accesa e percorre le terre benedettine, dove si intrecciano i Cammini e proclamano UNITÀ E PACE.

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I Cammini della Via Benedettina sono per ascoltarci e per incontrarci.

Se vogliamo che una fiaccola continui ad ardere, spetta a noi alimentarla d’olio. E la Sabina, terra di olivi con l’abbazia di Farfa e gli antichi monasteri benedettini (San Salvatore Minore, San Salvatore Maggiore, San Giovanni in Argentella, Santa Maria del Piano, San Pastore, Santa Maria in Petra Demone, San Vittore, San Giorgio, Santi Quirico e Giuditta…) ci ispirano ad educarci alla cultura di pace, a studiare il diritto internazionale e la storia, a custodire la memoria storica, a coltivare l’esempio di San Benedetto che San Paolo VI con la Lettera Apostolica “Pacis Nuntius” del 24 ottobre 1964 ha proclamato patrono dell’intera EUROPA.

San Benedetto ha saputo costruire l’unità e la pace con il lavoro, l’accoglienza, la preghiera, il dialogo e la regola. Tessitore di relazioni positive, di promozione umana, ha sviluppato la natura come un libro.  Accanto a lui San Giovanni Paolo II ha inserito come compatroni d’Europa i santi: Brigida di Svezia, Caterina di Siena, Teresa Benedetta della Croce, Cirillo e Metodio. San Benedetto ci consiglia vigilanza e perseveranza che ci porta alla vittoria.

La fiaccola accesa è simbolo di luce, di fede, di vita,  di libertà, di speranza, di pace ed è quanto l’Europa ha bisogno con le nostre azioni piccole e grandi. Non abbiamo potere ed autorità ma buona volontà e pazienza di essere operatori di pace con la parola, l’opera e la sapienza. Non si spenga la fiaccola e non rassegniamoci alla mancanza di soluzioni per la pace vera in tutti quei conflitti dove le armi producono morti, feriti, sfollati, profughi, sofferenze, distruzioni, minacce e durano nel tempo. Vita e pace non sono due ingredienti che abbelliscono la nostra esistenza ma sono le fondamenta su cui si può, con speranza, sforzarsi di edificare una comunità mondiale pacificata che proprio nella pace e nella giustizia trova la pietra angolare di tale costruzione. In questo 2023 ricorre il 60° anniversario dell’enciclica “Pacem in Terris” di San Giovanni XXIII, indirizzata a tutti per chiamarci ad un compito immenso: il compito di ricomporre i rapporti della convivenza nella verità, nella giustizia, nell'amore, nella libertà. L’enciclica si sofferma sui pubblici poteri della Comunità mondiale, chiamati ad affrontare e risolvere i problemi a contenuto economico, sociale, politico e culturale che pone il bene comune universale. La società contemporanea è una società liquida ed interconnessa che necessità di solidarietà e di solidità. Seguiamo le tracce di quanti hanno fatto dell’Europa un disegno ed un progetto: da Giuseppe Toniolo (Istituto Diritto Internazionale per la Pace) alla Regina Elena (Istituto Europeo per l’Oriente), da Alcide De Gasperi ad Altiero Spinelli, da Franco Maria Malfatti a Romano Prodi, da Antonio Tajani a David Sassoli…

L’Istituto di Studi Sabini nel 2017 ha curato una mostra ed un convegno per il 60° anniversario dei Trattati di Roma dal tema: “L’idea di Europa: dall’incontro di Mentana tra Carlo Magno e Leone III” coinvolgendo i giovani del Liceo “G. Peano” di Monterotondo con il progetto di alternanza scuola-lavoro e ricevendo l’Alto Patronato del Parlamento Europeo nella persona del Presidente Antonio Tajani.

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Su questa linea sosteniamo “Esperienza Europa - David Sassoli” di Roma con l’iniziativa “insieme-per.eu”, condividiamo il discorso di David Sassoli quando dice che: «l’Europa ha bisogno di un nuovo progetto di speranza». Nelle trasformazioni epocali in cui siamo immersi, ieri come oggi, abbiamo bisogno di modelli nuovi a cui è un impegno morale partecipare e collaborare con amicizia.  Ogni europeo fedele alla propria identità originaria è in un certo senso un figlio di San Benedetto. Siamo invitati ed obbligati a continuare il suo lavoro. «Abbiamo bisogno di un nuovo San Benedetto» scriveva molti anni fa il filosofo Alasdair Mc Intyre nel suo libro Dopo la virtù.

Il 21 marzo festa di San Benedetto sia l’inizio, anzi il ritorno, di una nuova primavera.

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Titolo: Storie di San Benedetto
Creatore: Francesco De Mura
Data: 1740