Alfredo Schuster (Roma 18 gennaio 1880 - Venegono Inferiore 30 agosto 1954) entra nell’Ordine di San Benedetto ed assume il nome di Ildefonso per ispirarsi al Santo devoto mariano, vescovo e Padre della Chiesa (607-667). Consegue la laurea in Filosofia e il dottorato in Teologia. È ordinato sacerdote nel 1904. È abate della Basilica Papale di San Paolo a Roma (1918-1929) e rettore del Pontificio Istituto Orientale (1919-1922). Nel 1919 con un gruppo di nove monaci riapre l’Abbazia di Farfa (chiusura 1798-1860/1872-1919). Dopo il fondatore San Lorenzo Siro e il ricostruttore San Tommaso di Morienna, Schuster è definito il rifondatore.


«Alfredo Ildefonso Schuster osb» Con i suoi studi e ricerche storiche da nuova luce all’abbazia farfense, meritando il titolo di Monumento Nazionale (1928): Martyrologium Farfense (1910), Il monastero imperiale del Salvatore sul monte Letenano (1914), Il monastero del Salvatore e gli antichi possedimenti farfensi nella Massa Torana (1918), L’imperiale abbazia di Farfa (ristampato dalla Fondazione Varrone della Cariri), San Domenico da Sora (Bollettino Diocesi Sabina, 1919), Profilo biografico del monaco Placido Riccardi (1922), Profilo del beato Placido Riccardi (1954). A lui Farfa gli ha dedicato la sala e il busto, oltre pubblicazioni e convegni (Esempi di santità benedettina, Il racconto di Farfa). Nel 1929 è chiamato alla cattedra di Santo Ambrogio a Milano ed insignito del titolo di cardinale.


«Lo stemma» Il suo stemma è bipartito: in campo blu, il calvario su cui si erge la croce benedettina gialla, tra la croce e il calvario la scritta Pax; in campo giallo il braccio con la spada. Padre Turoldo lo definiva "un monaco in battaglia". La spada richiama l’apostolo Paolo e vuole significare la spada della parola per combattere il male. Tra l’altro Schuster era Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Equestre Santo Sepolcro di Gerusalemme. Figura poliedrica dal fisico esile: monaco, storico, scrittore, archeologo, agiografo, predicatore, docente, liturgista. Procuratore generale della Congregazione, Priore claustrale, Maestro di novizi (aveva egli stesso promosso la costruzione del seminario a Venegono Inferiore-Va), primo presidente dell’assemblea dei vescovi antesignano della CEI, precursore del Concilio Vaticano II. Su di lui: Insigne per pietà e multiforme dottrina
(Pio XI)
Beati noi se seguiremo i suoi passi
(card. Angelo Roncalli - San Giovanni XXIII)
Figura cara, soave, semplice, pia, autorevole. Il cardinale Schuster deve rimanere fra noi
(card. Giovan Battista Montini - San Paolo VI)
I suoi scritti sono raccolti in 121 volumi e 8.000 lettere. Ha formato il pensiero dei cattolici come ha educato alla liturgia i fedeli. Per lui la cultura e la liturgia sono strumenti contro il paganesimo, l’ateismo e il satanismo.
Al suo pensiero ed azione si ispira la tesi di laurea del cardinale Matteo Zuppi, presidente CEI.
Nel decennale della sua morte Paolo VI dichiara San Benedetto patrono d’Europa.
Nei suoi scritti Schuster si richiama all’equilibrio tra azione e contemplazione, esercitati nell’armonia del bene comune e della comunità. Egli invita alla santità, alla ricerca della pace, al culto della storia e della memoria, al culto dei martiri, al rispetto della dignità della persona umana, al dovere della collaborazione al bene comune, alla presenza cristiana nelle strutture sociali e politiche, alla santità della famiglia, alla dottrina sociale, alla promozione di iniziative culturali-assistenziali-caritative, alla condanna del razzismo e a guardare positivamente alla tecnologia, alla devozione mariana.
Il suo corpo è custodito nel Duomo di Milano.
Il 12 maggio 1996 Giovanni Paolo II lo ha dichiarato Beato.
Approfondimenti
Chiesa di Milano - Il portale della Diocesi Ambrosiana
Dicastero delle Cause dei Santi
Wikipedia - L'enciclopedia libera