IL MOVIMENTO DEI BIANCHI
Il movimento dei Bianchi (Bianchi Battuti o Flagellanti) fu l’ultimo movimento penitenziale del medioevo.
Vestiti di sacco (tunica o camice) bianco con croce rossa pettorale, cappuccio forato per gli occhi e corda al fianco, provenienti dalla Provenza si propagarono in Italia settentrionale-centrale (alcune punte sono segnalate a Napoli, Calabria e Puglia) pregando, cantando laudi, flagellandosi a sangue e promovendo la pacificazione.
Il sacco bianco, ricorda l’espressione di San Girolamo (347-420): "Che il peccatore si copra di sacco e faccia ammenda con l’austerità della sua vita dell’offesa recata a Dio con i suoi piaceri passati". Il cappuccio era simbolo di umiltà e la corda (cingolo o frusta o flagello) ricorda la continenza ma anche lo strumento della flagellazione della Passione di Gesù.
Il loro era un pellegrinaggio penitenziale (originatosi nel VII secolo ed era legato a peccati o reati dove il viaggio divenne la pena da scontare) quale espiazione e mortificazione che diventa sacrificio e dove si affrontano pericoli e si provano la fame, la sete, il freddo, il caldo, il sole, la pioggia, il vento, le ferite, le malattie, le veglie e i digiuni, il riposo e l’alloggio. Sporchi e maleodoranti, ci si lava solcando corsi d’acqua o quando piove.
Al grido di PACE E MISERICORDIA, questo movimento porta oltre 100.000 confratelli a Roma, percorrendo l’Italia a piedi scalzi: siamo alla vigilia del giubileo 1400.
Il movimento si origina spontaneamente per un insieme di cause ed effetti, tra cui le continue guerre (sia in Italia che in Europa), le lotte interne della Chiesa (sulla cattedra di Pietro si videro contemporaneamente due papi: Benedetto XIII eletto ad Avignone e Bonifacio IX eletto a Roma), le epidemie (Giovanni Boccaccio 1313 -75 ricorda la peste nera, che causò la morte di un quarto della popolazione europea e di metà di quella italiana) e le carestie. Essi chiedono il perdono dei peccati e il ritorno della pace.
La spiritualità del movimento rinnova quella dei secoli XIII-XIV ed è incline alla carità (opere di misericordia corporali e spirituali), alla pace e alla pacificazione, alla devozione mariana (si registrano apparizioni) e alla Passione di Cristo.
Essa coinvolge tutta la società civile e religiosa in un breve ma intenso passaggio.
Occorre citare alcuni esempi in questo scenario: la penitenza praticata da sante figure come la beata terziaria francescana Angela da Foligno (1248-1309), Margherita d’Ungheria (1242-1270), pacificazione tra città nelle figure di Andrea Corsini (1310-73) o Filippo Benizi (1233-1285) o di Francesco d’Assisi (1182-1226) che ha scritto la lettera ai reggitori dei popoli e infine Caterina di Siena op (1347-80) che si è battuta per il ritorno del papa da Avignone a Roma.
Il cronista Giovanni Sercambi (1348-1424) riporta questi versi relativi alle Laudi:
Misericordia, eterno Dio,
Pace, pace, Signor pio,
non guardare il nostro errore.Misericordia andiam gridando,
Misericordia non sia in bando,
Misericordia iddio chiamando,
Misericordia al peccatore.Misericordia, Iddio verace,
Misericordia, manda pace,
Misericordia, se ti piace,
Misericordia, alto Signore.O dolce vergine Maria,
di noi guardia e compagnia,
preghiam che in piacer ti sia,
che preghi per noi il Salvatore.Lo tuo figliolo somma potenza,
quando sé colui in presenza,
che revochi tal sentenza
prega, Madre, pel tuo amore"
Il movimento entrato in Italia si dirama in due direzioni: Tirreno e Adriatico (con le relative varianti).
La direzione tirrenica, dalla Provenza in Piemonte, passa per Chieri, Alessandria, Genova per seguire la Via Francigena: Santhia, Vercelli, Pavia, Piacenza, Fidenza, Pontremoli, Luni, Lucca (Pistoia, Firenze), Siena (Arezzo, Assisi), Acquapendente, Bolsena, Viterbo ((Orte, Terni, Rieti), Sutri, Roma.
La direzione adriatica (intreccia la Flaminia, L’Emilia, la Salaria, la via Lauretana) da Torino passa per Milano, Bergamo, Brescia, Mantova, Ferrara, Bologna, Rimini, Pesaro, Ancona, Loreto (Assisi-Rieti), Ascoli Piceno, Rieti, Roma.
Il movimento è un fenomeno contagioso nel trascinare la massa (si percorrono in media 20-25 km al giorno. Si è iniziato nella Pasqua e si termina in dicembre a Roma) ed è composto da eterogeneità di persone, in cui ci sono anche autorità religiose e civili da guida o da riferimento.
Le varianti delle direzioni hanno lo scopo di unire e richiamare più gente possibile. In questo caso si può dire l’espressione di Cicerone: "Tutte le strade portano a Roma". Il loro transito non poteva essere intralciato come era stabilito per i pellegrini dal Concilio Lateranense 1112 per non incorrere nelle pene previste.
Punto di riferimento nel loro passaggio sono le chiese.
Nell’Italia centrale, Umbria e Lazio, le chiese dell’itinerario dei Bianchi, sono:
Assisi, Chiesa Madonna dell’Oliva e Monastero di San Giuseppe. Ci sono affreschi che rappresentano l’apparizione della Madonna (La Madonna è vestita di bianco detta dell’Oliva in quanto l’olivo simbolo di pace e l’olio della misericordia, Sant’Antonio da Padova chiamava la Madonna "Oliva") a due olivicoltori.
Vallo di Nera, Chiesa di Santa Maria del ‘200. Qui c’è l’affresco di Cola di Pietro da Camerino che rappresenta i Bianchi in processione accolti dai francescani (1401).
Terni, Chiesa Santa Maria del Monumento. Edificio del '400 costruito sui ruderi di un monumento romano, qui ci sono affreschi di anonimo (scuola di Ottaviano Nelli) pittore che rappresentano i miracoli della Madonna dell’Oliva e della storia dei "tre pani" (apparizione della Madonna e di Cristo).
Rieti, Chiesa Sant’Eusanio. Chiesa del 1182 ingrandita nel secolo XV, lavori recenti hanno portato alla luce affreschi che raffigurano la storia dei "tre pani" (o tre laude: Madre non ci abbandonare, Misericordia peccatori, Se peccatori vuoi salvare).
Leonessa, Chiesa San Francesco. Edificio del XIII secolo, un ciclo di affreschi riportati alla luce nel 1993 raffigurano, tra l'altro, la processione dei Bianchi e il miracolo della Madonna dell’Oliva (nel vestito cerchi bianchi che rappresentano le ostie) sullo sfondo di Assisi.
Il movimento dei Bianchi si scioglie dopo il loro arrivo a Roma per celebrare il Giubileo (Bonifacio IX partecipa alle processioni e promulga il "perdono di colpa e di pena" a chiunque avesse fatto penitenza per 9 giorni, 9 è il numero perfetto e il suo nella successione del nome) che sarà senza Bolla in quanto ritenuto nel segno continuativo del centenario del giubileo 1300. L’eredità spirituale-culturale sta nel portare il frutto nella costituzione di confraternite (Monti frumentari, Monti di Pegno, ecc.) come a Cittaducale e Magliano.
A Scandriglia c'era il detto popolare: "È del tempo dei Bianchi" per indicare l’antichità del caso.
Nel 1980 Giovanni Paolo II ha scritto l’enciclica "Dives in Misericordia", ha stabilito la festa della Divina Misericordia nella prima domenica dopo Pasqua "In Albis".
«Chiesa di Santo Spirito in Sassia, Roma, Giovanni Battista Falda, 1669-1670»
A Roma, la chiesa dello Spirito Santo in Sassia, è nota come il "Santuario della divina Misericordia", e a Tor Tre Teste, per il Giubileo 2000, è stata fondata la chiesa Dives in Misericordia su progetto dell’arch. Richard Meier.
Il Giubileo 2000 fu preceduto da un convegno storico internazionale nella forma itinerante, curato da un gruppo di enti (18-20 giugno 1999) per celebrare i 600 anni del movimento dei Bianchi.
Non è un caso che nel celebre quadro di Niccolò Barabino (1920-30) nella cattedrale di Sampierdarena (Ge) la Madonna dell’Olivo ha un abito bianco e il Bambino Gesù tra le sue braccia ha nella mano destra un ramoscello d’olivo. Così anche da citare è l’espressione di Madre Teresa di Calcutta (1910-97) quando dice: "Se vogliamo che una lampada continui ad ardere spetta a noi alimentarla d’olio". Ecco in questi due passi, rimane il messaggio dei Bianchi.
Pace e Misericordia sono valori sempre uniti. La Chiesa insegna che una vera pace è resa possibile soltanto dal perdono e dalla riconciliazione. Come testimoniato dal Movimento dei Bianchi che ha lottato per la pace con la preghiera. Pace e Misericordia sono proclamate da Gesù nelle Beatitudini.
La misericordia e la penitenza sono virtù. La misericordia è una parola latina composta da due altre parole: Misereor = mi impietosisco e corde = nel cuore.
Concludiamo con il pensiero di papa Francesco durante il Giubileo della Misericordia in cui dice:
Solo la pace è santa. Solo la pace è santa e non la guerra! [...] Pace vuol dire: Perdono, Accoglienza, Collaborazione [...] La pace è il nome di Dio.
Letture consigliate
F. Cardini - M. Montesano, Storia medievale, Le Monnier Università, Firenze, 2019
G. Dal Sasso - R. Coggi, Compendio della Somma teologica di San Tommaso d’Aquino, ESD-Edizioni Studio Domenicano, Bologna, 1989
S. Giraudo, La devozione dei Bianchi del 1399: analisi politica di un movimento di pacificazione, University Press, Firenze, 2013
Pontificio Consiglio Giustizia e Pace (a cura di), Compendio della Dottrina Sociale della chiesa, Libreria Editrice Vaticana, SCV-Stato Città del Vaticano, 2004
Approfondimenti
Istituto Storico Italiano per il Medioevo
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MEDIOEVO