I RAGAZZI DI VIA ENTROTERRA

A Scandriglia (RI), via Entroterra è il punto di mezzo del centro storico.
Via Entroterra inizia con l’arco che si apre su via Nino Bixio (le mura) e termina in via Mazzini cha a sua volta si incontra con via Posterola.
E’ una via che scorre in linea retta per circa 180 metri ed ha una larghezza di circa 2 metri ovvero lo spazio che consentiva il passaggio di un asino con un carico di due bigonce, due fascine di legna o due sacchi pieni.
Via Entroterra ci presenta vicoli, finestre, vasi di fiori, porte, sassi, mattoni, logge, scale, scaloni, lampioni, cantine … per respirare sapori antichi e dimenticati.
Qui tre ragazzi: Massimiliano, Massimo ed Angelo dal 2006 hanno iniziato a raccogliere attrezzi, utensili, strumenti e macchine della civiltà rurale per poi nel 2018 ad allestire questo materiale lungo il percorso della Via Entroterra.
La raccolta si può quantificare in oltre cento pezzi e si può datare dalla fine dell’ottocento agli anni cinquanta, quando è iniziata la meccanizzazione agricola. Il materiale è di varia provenienza e consente molte riflessioni: sulla vita e sul lavoro agricolo ed artigiano, è un omaggio alle generazioni passate nel conservare queste memorie ed è un messaggio alle nuove generazioni per curare il degrado ambientale e paesistico con una iniziativa di recupero del Centro Storico.

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I pezzi esposti sui muri sono relativi a mestieri che oggi sono in parte scomparsi e nello stesso tempo mostrano come il contadino doveva essere ed avere uno spirito ecclettico nello svolgere il lavoro: un contadino che coltivava il campo e l’orto era anche potatore, innestatore, aratore, raccoglitore di miele, di funghi e prodotti del bosco, così come poteva anche tagliare e raccogliere la legna o produrre carbone, raccogliere la neve nei nevicari per venderla…
Un agricoltore vendemmiava per produrre vino, raccoglieva l’oliva che macinava per produrre olio, mieteva il grano per produrre farina… un artigiano (magari di padre in figlio) era muratore, falegname, fabbro-ferraio, maniscalco, sellaio (bastaio), tappezziere, impagliatore, ombrellaio, ramaiolo, bottaio, arrotino, fornaio, molitore. Il pastore e allevatore si potevano trasformare anche in carrettiere, butteri, in macellaio, in lattaio…
Il materiale è in legno, ferro e vetro: aratro, ascia, boccale (del lattaio e del frantoiano), botti, bigoncia, bottiglia impagliata, brocca, corno conca (per l’acqua), cofana, chiavi, catene per camino, cesti in vimini, erpice, falcetti, falce fienarola, forcone (bidente-tridente), forbici per potatura, ferro da stiro (a carbone), ferri di cavallo ,irroratrice, incudine da falce, innaffiatoio, martello, marchio, menaruola, macinino da caffè, padella, paiolo (cutturu), pialla, raschietto, roncola, seminatrice, sega ad arco, seghetto da potatura, schiumarola, serrature, secchio, succhiello, tenaglie, torchio, vanga, verricello per carrucola, zappa.

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Ogni pezzo ha un senso, un significato e un racconto.
I ragazzi di Via Entroterra curano un artistico presepio, all’interno di una cantina, durante il periodo natalizio.
Sempre all’interno di una cantina si trova un modellino dell’ex complesso edilizio di San Nicola (chiesa e convento cappuccino 1530-1888) realizzato da Massimiliano Scacchi recuperando e riciclando legno di varie tipologie. Questo modellino consente di studiare il complesso edilizio che è un bene storico-ambientale-paesistico all’interno del Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili.
La raccolta di questo materiale rurale costituisce un elemento di attrazione per la didattica e l’oleoturismo.