FARFA NEL SEGNO DELL’UNESCO

La notizia della richiesta di otto monasteri benedettini per il riconoscimento dell’Unesco a patrimonio culturale mondiale è un segno di speranza. Richiesta attesa e desiderata. Tra questi monasteri, ognuno con il suo carisma, c’è la nostra Abbazia di Farfa. Fondata nel V sec. dal pellegrino San Lorenzo Siro proveniente dalla Terra Santa detto illuminatore per la luce della fede che seppe irradiare sull’esempio di San Benedetto quando diceva: «Sia la croce la mia luce». Dopo la distruzione del monastero, un altro pellegrino proveniente dalla Terra Santa e nell’ispirazione mariana della visione dei tre cipressi, qui si fermò e rifondò l’abbazia con il titolo di Santa Maria di Farfa, era San Tommaso di Morienna (650-720). Farfa divenne un luogo di spiritualità, di cultura e di pellegrinaggio. L’abbazia legò il suo nome a Carlo Magno che gli conferì il titolo di imperiale.

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L’Istituto di Studi Sabini nel 2013 ha curato una mostra con i disegni dell’artista Francesca Angeloni ed un convegno per ricordare L’Incontro tra Carlo Magno e Leone III nell’anno 800.  Alcuni anni prima nel 2007 era stata istituita la Via Benedicti e la Via Carolingia, oggi sono Cammini d’Europa. In seguito, nel 2017 l’Istituto di Studi Sabini aveva promosso l’evento, mostra-convegno L’Idea di Europa nel 60° anniversario dei Trattati di Roma in cui si è ricordato San Benedetto patrono d’Europa.

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Nel 2020 l’Istituto di Studi Sabini ha curato uno studio dal tema Natura e Monachesimo, inserito all’interno della memoria per il centenario della nascita di San Giovanni Paolo II che visitò Farfa il 19 marzo 1993.

Giovanni Paolo II, nel Giubileo del 2000, ha associato tra i patroni d’Europa Santa Brigida di Svezia e qui sono presenti le Brigidine a cui abbiamo donato il libro sui discorsi del pontefice all’Europa.

Abbiamo definito Farfa L’abbazia dei segni (articolo pubblicato sulla rivista della BCC Roma "Credito cooperativo di Roma", 2006). La storia e la cultura di Farfa continua negli esempi di santità da Placido Riccardi (1844-1915) a Ildefonso Schuster (1880-1954), quale sede di iniziative e di accoglienza, negli studi-ricerche, nelle visite e negli incontri ecumenici, nella bellezza della liturgia e del paesaggio degli olivi.

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« La biblioteca - Fonte: www.bibliotecafarfa.it » 

Nel 1928 Farfa fu dichiarata monumento nazionale, a cui si aggiunse nel 1947 la biblioteca. Tutto il complesso monastico con la sua arte, il suo museo, l’erboristeria, la biblioteca, il silenzio, il canto, il lavoro, la preghiera, la lettura, il pensiero, il tempo, la regola ed i monaci ci parlano e ci guidano sulla ricerca. È la ricerca di Dio. Sant’Anselmo d’Aosta diceva: «…che io ti cerchi desiderandoti e ti desideri cercandoti, che io ti trovi amandoti e ti ami trovandoti...», il beato Columba Marmion (allievo della Pontificia Università Urbaniana) si esprimeva: «Il valore di un uomo si giudica da ciò che egli cerca» ed oggi il grande Anselm Grun afferma: «Il vero segreto di San Benedetto sembra essere la semplicità della sua vita. Il semplice desiderio di cercare solo Dio». Su questa scia le parole del cardinale Angelo Roncalli (San Giovanni XXIII), nel 1954, nell’omelia funebre sul cardinale Schuster sono chiarissime: «Beati noi se seguiremo i suoi passi» di lì, nel 1959, il cardinale Giovan Battista Montini (San Paolo VI) esclamava: «Il cardinale Schuster deve rimanere tra noi».

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« Illustrazione di Francesco Verola - Fonte www.abbaziadifarfa.it »

Il cardinale Schuster definiva il suo maestro Placido Riccardi Sentinella di Maria la sua multiforme dottrina è un invito a scoprire l’Ordine Benedettino come la Regola Benedettina che noi sintetizziamo in quel Ora et Labora. L’abbazia di Farfa in Sabina è una realtà, una bella realtà, una tradizione che si proietta al futuro, la via benedettina resta perennemente ed universalmente aperta. Essa non può che essere sempre e ovunque attuale. Il valore fondamentale secondo la regola è il monastero stesso in cui azione e contemplazione tendono all’equilibrio. L’identità del monastero è proprio quella di manifestare il volto d’amore del Signore. Monaci e non monaci siamo tutti invitati da San Benedetto a camminare insieme, uno accanto all’altro, dialogando, scrutando le Scritture, come i discepoli di Emmaus…

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« Interno dell'Abazia di Farfa - foto di Enrico Ferri - fonte: newsitaliablog.wordpress.com »

Noi sosteniamo la richiesta per il riconoscimento dell’Unesco a patrimonio mondiale di questi monasteri che si possono visitare e collegare anche in rete, quale nuovo mezzo di educazione e di comunicazione, nel segno dell’unità e della pace.