EUGENIO III - Da monaco cistercense in Scandriglia all’elezione a pontefice *

Pietro Bernardo dei Paganelli, nato a Montemagno (oggi frazione di Calci) di Pisa nel 1080, di nobile famiglia, fu ordinato sacerdote nel 1135 da papa Innocenzo II. Dopo l’incontro con  Bernardo di Clairvaux (1090-1153) nel 1138 entra nell’ordine cistercense, da cui fu inviato per un anno nel 1140 a Scandriglia nel monastero benedettino di San Salvatore Minore (X-1497).

Uomo colto e mite, il monaco Pier Bernardo crebbe nell’austera vita cistercense. Era abate del monastero dei SS. Vincenzo ed Anastasio alle Tre Fontane di Roma quando il 15 febbraio 1145 fu eletto pontefice.

Alla sua elezione i senatori romani gli chiesero di riconoscere l’autorità del Comune e di rinunciare ai suoi poteri temporali. Il rifiuto di Eugenio III, questo il nome che aveva scelto, provocò il blocco dell’accesso alla Basilica di San Pietro da parte dei rivoltosi per impedire la consacrazione del nuovo papa.

Eugenio, quindi, lasciò Roma e si recò all’abbazia di Farfa ( visitata da San Bernardo nel 1133) dove fu consacrato il 18 febbraio e scelse Viterbo come residenza. Nel dicembre di quell’anno Eugenio rientrava a Roma dopo un accordo verbale nel quale si impegnava a riconoscere il Comune mentre il Senato era sotto il suo vassallaggio e di conseguenza riconosceva, a sua volta, l’autorità pontificia.

Durante il suo pontificato Eugenio III ha creato trentotto cardinali, ha promosso studi ecclesiastici, ha difeso il popolo cristiano dalle insidie dell’eresia, ha rinnovato la disciplina ecclesiastica; ha tenuto concili a Parigi, Reims, Treviri e Cremona; tenne in considerazione ed approvò il lavoro della mistica benedettina Ildegarda di Bingen (1098-1179), ha concesso, con la Bolla MILITIA DEI del 7 aprile 1145, l'autorizzazione ai Cavalieri Templari all’uso della croce patente ed ha consolidato l’indipendenza dei Templari dalle gerarchie locali, permettendo all’Ordine Templare di incassare decime, costruire chiese, riscuotere imposte dai fittavoli e tasse funerarie oltre a seppellire i suoi morti in cimiteri propri.

Il suo nome è legato al bando della II crociata (1147-49) con la Bolla QUANTUM PREDECESSORES del 1 dicembre 1145 per la liberazione della Terra Santa e a tal proposito incaricò il tesoriere dei Templari di raccogliere le imposte riscosse per finanziare la spedizione.

Si trovava a Tivoli quando l’ 8 luglio 1153 tornava alla casa del Padre. La data dell’ 8 luglio lo accomuna alla festa liturgica di San Lorenzo Siro, il fondatore di Farfa.

Il culto tributatogli ab immemorabili fu approvato da Pio IX il 3 ottobre 1872 e pertanto quest’anno ricorre il suo 150° anniversario.

E’ sepolto nella Basilica di San Giovanni in Laterano nella colonna-ossario della lapide di Alessandro III-Alessandro VII.

Di lui hanno scritto San Bernardo, i cardinali Bosone e Ugo di Ostia che così si espresse: “Immacolato emigrò dalla carne sua a Cristo“.

(*) Fonte immagine: https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1200201232A-17