CAMMINO DI FRANCESCO

I luoghi percorsi da San Francesco sono diventati altrettanti cammini dove si intrecciano spiritualità e bellezze naturalistiche. Paul Sabatier diceva

Nessuno può sperare di conoscere San Francesco senza conoscere ed amare i luoghi in cui visse.

 In questo la Valle Santa di Rieti, detta anche Valle Reatina, dal 2003, nell’espressione Cammino di Francesco, comprende i quattro santuari dove Francesco ha lasciato le sue impronte.

Il primo luogo visitato da San Francesco è Poggio Bustone (18 km da Rieti H 1075), nel 1208, conosciuto come il santuario del Perdono perché qui, nella grotta-romitorio, gli apparve l’Angelo che gli annunciava la remissione dei peccati e l’espansione dell’Ordine (la missione).

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«Poggio Bustone (RI) - il Santuario del Perdono»

Nel 1235 fu costruita la chiesa di San Giacomo, la navata è unica ed ha copertura lignea. Sul piazzale il tempietto della pace (1948) disegno dell’architetto Carlo Alberto Carpiceci, con una statua del Santo realizzata dall’artista Lorenzo Ferri.

Tra le opere artistiche la tavola della Madonna delle Grazie con san Giuseppe e il Bambino Gesù (XIV-XV secolo), trittico della Madonna tra i SS. Francesco e Chiara, il dipinto di Gregorio IX tra i SS. Francesco ed Antonio con lo sfondo della città. Nel chiostro le pitture del XVII secolo con episodi della vita di Francesco e la Vergine con Bambino di scuola umbro-toscana del quattrocento, nel refettorio dei pellegrini dipinti dell’ultima cena. A Poggio Bustone Francesco entrò con il saluto: «Buon giorno, buona gente».

Il secondo luogo visitato da San Francesco è Greccio (17 km da Rieti H 705 gemellato con Betlemme), nel 1209, conosciuto come il santuario del Presepio perché qui, nella notte di Natale del 1223, fu realizzato il primo presepe.

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«Santuario di Greccio visto dal paese - autore Chris Light, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons»

Il santuario fondato nel 1228, e dedicato a Santa Lucia, è stato costruito in epoche diverse su arditi pilastri di roccia. Fulcro del santuario è la cappella del Presepe edificata sul luogo della rievocazione. L’affresco che ammiriamo è stato realizzato dal Maestro di Narni nel 1409 rappresenta la natività di Betlemme (a sinistra) e quella di Greccio (a destra). Ammiriamo anche il refettorio, il coro con il leggio e la lanterna, il dormitorio di San Bonaventura con le quindici celle lignee, il romitorio del beato Giovanni da Parma.

La copertura della chiesa è a botte, segnata da stelle e dalla immagine dell’agnello pasquale, sulle pareti un affresco del trecento del Santo con l’Angelo che annuncia la remissione dei peccati; un tondo della Vergine con Bambino (Madonna del Latte), opera di Biagio d’Antonio discepolo del Ghirlandaio, sopra l’altare la Deposizione tra i Santi del XIV secolo. Nell’oratorio si conserva una copia cinquecentesca di San Francesco che si asciuga gli occhi con un pannolino, l’originale del 1225 è andato perduto e fu fatto eseguire da Jacopa de Settesoli.

Nel piazzale la nuova chiesa (1959) dedicata all’Immacolata Concezione disegnata dall’arch. Carpiceci, contiene la mostra permanente di presepi. Il santuario di Greccio è stato visitato da San Giovanni Paolo II, nel 1983 che egli stesso definiva la seconda Betlemme, e da papa Francesco, nel 2019, dove ha firmato la Lettera Apostolica Admirabile Signum sul valore e significato del presepe.

Il terzo luogo visitato da San Francesco è Fonte Colombo (5 km da Rieti H 550), dove ha scritto la Regola (1223) ed è stato operato agli occhi (1225). Qui si trova la grotta dove si ritirò e digiunò a pane ed acqua per quaranta giorni per chiedere l’ispirazione del Signore nello scriverei dodici capitoli della Regola. Per questo il luogo è conosciuto come il Sinai francescano.

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«Di Christopher John SSF from Stroud, NSW, Australia - 20090715_Fonte Colombo_006, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=45003031»

Fonte Colombo, come fu chiamato dallo stesso Santo perché qui, in un bosco di lecci (vedi il ceppo di elce dove al santo apparve Gesù) e di fronte al Terminillo, c’era una sorgente d’acqua dove si abbeveravano le colombe. Al tempo di Francesco vi era solo la cappella della Maddalena con il romitorio di proprietà dell’abbazia di Farfa, qui ammiriamo il TAU e nella piccola abside ai suoi lati, affreschi di scuola bizantina del trecento e del seicento. La chiesa del santuario, dedicata ai SS Francesco e Bernardino da Siena è stata consacrata nel 1450. All’interno le vetrate istoriate del 1926 disegnate da Duilio Cambellotti ed eseguite da Cesare Picchiarini, ammiriamo la scultura lignea di frate Giovanni da Pisa e il quadro della Madonna del Popolo; le cappelle di san Michele Arcangelo, di Sant’Antonio da Padova, dell’Ascensione, della Regoletta.

Nel santuario è conservato il cilicio di San Leonardo da Porto Maurizio, tonache e crocifissi.

Il quarto luogo visitato da San Francesco è Santa Maria della Foresta (4 km da Rieti H 405) conosciuto per il miracolo dell’uva e del cantico di Frate Sole o delle Creature.

Al tempo del Santo vi era soltanto la chiesa di San Fabiano (1200) da lui scelta per riposarsi nell’attesa dell’operazione agli occhi, e celarsi ai fedeli.

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«Santuario Francescano di Santa Maria della Foresta di Alessandro Blasi from Rieti, Italy - IMG_3155, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=44185996»


Nel 1232 la chiesa fu inglobata nella chiesa attuale che conserva gli affreschi del XV secolo ed il chiostro. La chiesa di San Fabiano era all’interno di una foresta dove Francesco si calava nella cavità di una roccia ed usciva per la questua e la visita agli ospizi nei centri sabini.

Nel 1735 San Leonardo da Porto Maurizio benedì le piastrelle maiolicate che possiamo ammirare insieme all’edicola della Madonna dell’Uva in ceramica policroma e al blocco di travertino del 1960-7 eseguito dallo scultore Lorenzo Ferri nel rappresentare il cantico delle creature (San francesco ha le braccia elevate, accanto a lui un frate a mani giunte in ginocchio, un altro a mani aperte in piedi ed un altro sdraiato in contemplazione. La chiesa fu restaurata dal vescovo Arduino Cristoforo Terzi ofm nel 1947.

Nel visitare questi santuari si sente il sapore antico ed è come scriveva Ioannes Joergensen : “ Assisi è bella, colorita d’amore anche nelle sue pietre rosse e nelle fiamme dei suoi gerani, ma i santuari della Valle Santa sono anche più intimi, più veri, perché più lontani dal logorio massimo degli uomini e della velocità “.

Il Cammino di Francesco è come un anello di 80 km che si può sviluppare nel comprendere altri luoghi cari al francescanesimo: il faggio di Rivodutri, con i suo i 22 metri di diametro ( 15 km da Rieti H 1123), il cappuccio di Corvaro-Borgorose ( 60 km da Rieti), il miracolo della donna guarita di Posta (39 km da Rieti), il tempio votivo di San Francesco al Terminillo (opera di Carpiceci ad una H 1623 del 1949 con il mosaico della Creazione, la statua di Lorenzo Ferri in travertino del Santo voluta dal vescovo reatino Massimo Rinaldi e la reliquia), il monumento bronzeo a San Francesco di Giordano Nicoletti del 1926 che poggia sulla roccia dei quattro santuari a Rieti nella piazza della Cattedrale.

Questo paesaggio è stato fotografato da Steeve Mc Curry ed Oliviero Toscani facendo risaltare l’unicità, mentre la Fondazione Amici del Cammino di Francesco cura l’immagine. Il Cammino di Francesco ha il Passaporto del Pellegrino e il logo: San Francesco ha le braccia alzate al cielo colorato di azzurro dove brillano le stelle e vola un uccello colorati di bianco.




Letture consigliate:

Tersilio Leggio - Steve McCurry, Il cammino di Francesco,  Electa, Milano, 2007

Steve McCurry - Chiara Frugoni, Il cammino di Francesco. Natura e incanto nella Valle Santa Reatina,  Federico Motta editore, Milano, 2006

Ileana Tozzi, La Valle Santa, un cammino lungo cent'anni,  Tau editrice, Todi, 2021


Per approfondimenti: