La Via Mariana nella Diocesi Sabina

La Via Mariana ci presenta nella Diocesi Sabina (patrocinio della Madonna Assunta):


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«Chiesa Santa Maria della Lode a Vescovio - Torri in Sabina (RI)»

Santa Maria della Lode a Vescovio (Torri in Sabina) corrispondente all’antica città romana di Forum Novum, divenne centro di fede e diffusione religiosa. Conosciuta anche con i nomi di Cattedrale dei Sabini ( Ecclesia Cathedralis Sabinorum ) e Santa Maria Assunta in Vescovio.    

In essa, sorse dal IV secolo la sede dei vescovi sabini che durerà fino al 1495, per poi proseguire la sua storia come il più importante centro mariano della Sabina stessa, in quanto sin dal 781 i Sabini venerarono la Vergine Foronovana (collocata nell’abside l’icona del XIV secolo: Madonna con Bambino in braccio, la Madonna ha un manto bianco decorato con veste azzurra, il Bambino ha un manto rosso con veste azzurra, è benedicente, rivolge lo sguardo alla Madre). Vescovio si raggiunge attraverso la Salaria km 35 per prendere la derivazione a Passo Corese. L’edificio rivela una straordinaria armoniosità compositiva esaltata dalla torre campanaria. L’interno della basilica è a navata unica, insiste su una cripta a oratorio collegata per mezzo di un ambulacro semianulare. La fenestrella confessionis mette in comunicazione l’altare ipogeo con l’altare superiore, la cui mensa consiste in una lastra marmorea con un’iscrizione del XV secolo. Accanto all’ambone è una tempera quattrocentesca raffigurante la Vergine. In controfacciata è il maestoso Giudizio Universale del XIV secolo. Lungo le pareti le storie dell’antico e nuovo testamento. Tra i testimoni della fede Vescovio venera i tre martiri: Massimo, Fabio e Basso. La tradizione afferma che qui nella casa di Ursace venne l’apostolo Pietro per la Fractio Panis. Nel 969 si diffuse la denominazione di Episcopium da cui Vescovio, oggi monumento nazionale. Accanto ad esso dal 1960 opera l’Istituzione Teresiana.

In località Colle Sant’Egidio c’era un’edicola contenente sul muro affrescata una immagine della Madonna con Bambino. La crescente devozione popolare a cui si attribuivano miracoli mosse gli abitanti di Torri ad erigere nel 1674 una chiesa adatta a custodire il dipinto, collocato sull’altare. La chiesa è un santuario locale dal titolo di Madonna del Colle o della Neve.



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«Santuario di Santa Maria delle Grazie - Ponticelli Sabino fraz. di  Scandriglia (RI)»

Santa Maria delle Grazie a Ponticelli Sabino (Scandriglia) fondata nel 1478 dagli Orsini per grazia ricevuta, fu affidata al beato Amedeo Meneses de Sylva per diffondere il culto mariano. La venerata immagine mariana fu incoronata nel 1779 e a seguito del furto è stata incoronata nel 2008 dal cardinale Angelo Comastri. La chiesa è a navata unica con tre cappelle laterali, con dipinti di santi francescani. Il convento è stato sede di Ritiro fondato dal beato Bonaventura da Barcellona, qui si sono formate belle figure di francescani, come San Carlo da Sezze, San Leonardo da Porto Maurizio apostolo della via crucis, Ginepro Cocchi martire in Cina.

Nel santuario si tiene il 2 agosto l’indulgenza del Perdono di Assisi, il 4 ottobre l’offerta dell’olio alla lampada votiva per la pace con la benedizione dei Comuni della Sabina e la festa della Madonna delle Grazie. Il santuario è curato dal 2017 dalla Fraternità Francescana dell’Amore Umile e Crocifisso.

Il santuario si trova al 50 km della Salaria (Roma) e a 35 da Rieti. A Ponticelli si può visitare la chiesa di Santa Maria del Colle con caratteri medievali del 1200 anche se costruita su base preesistente. Caratteristica è la facciata terminante a forma di timpano con mensolette di coronamento, senza archetti intermedi. Sopra il portale a conclusione della facciata c’è una graziosa edicola romanica con colonnina a tortiglione sostenute da mensole e sostenenti, a loro volta, mensole sulle quali poggia la volticina dell’edicola stessa. Nei fianchi dell’edificio si aprono finestrine a feritoia. La chiesa è a navata unica con un pulpito dalle primitive forme e dei pregevoli affreschi nelle pareti. La chiesa rurale della Madonna della Quercia che si incontra sulla Salaria vecchia è stata eretta dalla devozione popolare nel 1500 quando, secondo la tradizione, la Madonna apparve ad un devoto pastore tra le foglie della quercia. La facciata ha un portale con ai lati le finestre, tutte sono sormontate da timpano, una finestra circolare si pone sopra il portale.



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«Abbazia benedettina Santa Maria di Farfa - Fara Sabina (RI)»

Abbazia benedettina di Santa Maria di Farfa, conosciuta anche semplicemente Abbazia di Farfa  (Fara Sabina), custode dell'icona del XIII secolo raffigurante la Madonna con il Bambino Gesù e due angeli. L’icona è una tavola con la riza in ottone lavorato a cesello e sbalzo. Si trova all’interno dell’abbazia benedettina. L’immagine è stata incoronata nel 1840 dal cardinale Lambruschini. Ad essa Angelo Maria Ricci ha dedicato una poesia. Ai suoi piedi ha pregato Giovanni Paolo II nella visita alla Diocesi Sabina del 19 marzo 1993.



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«Cattedrale Santa Maria Assunta - Poggio Mirteto (RI)»

Santa Maria Assunta cattedrale a Poggio Mirteto costruita tra il 1641 e 1725, fu consacrata nel 1779 a tre navate. La facciata modulata da lesene è tripartita, con pietra e laterizio locale, ha tre portali. Sull’altare maggiore è la tela raffigurante l’Assunta opera di Giuseppe Romano del 1613. Notevoli gli affreschi della volta. È sede vescovile della diocesi Sabina-Poggio Mirteto dal 1841, anno di istituzione della Diocesi di Poggio Mirteto scorporata dalla Diocesi Sabina (riunificata nel 1925).

In località Colle Rosa verso la metà del XVIII secolo fu eretto il santuario denominato “Madonna della Misericordia” inglobando sull’altare una icona devozionale proveniente da un casale. L’edificio opera dell’architetto Angelo Sani fu consacrato il 9 ottobre 1738 e le immagini della madonna col Bambino furono incoronate nel 1890 dal vescovo Paolo de Sanctis. Sulla volta è stato affrescato l’evento dello scoprimento dell’immagine da parte della donna che si recava a recitare i rosario nel forno del casale.



Madonna di Uliano, Madonna delle Grazie o della Misericordia, Madonna del Giglio di Magliano Sabina. Sono tre chiese che la pietà popolare li chiama “santuari”.

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«Chiesa della Madonna di Uliano - Magliano Sabina (RI)»

Il primo ha una immagine dipinta ritenuta della scuola giottesca. Nel 1242 Uliano e Dorotea coniugi non avevano figli ma accolta la loro preghiera ebbero un figlio che durante un banchetto i mantelli degli invitati lo soffocarono. Uliano nella sua ira accecò Dorotea colpevole di incuria. Dorotea invocò la Madonna per riavere la vista. Fu allora che Uliano eresse una chiesa alla Madonna per la cura della quale si istituì una confraternita della “Madonna di Uliano”. La Madonna rappresentata in maestà è adornata da corone argentee del XVI secolo. L’edificio nel corso del tempo è stato ristrutturato e si trova a sette km da Magliano.

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«Chiesa di Santa Maria delle Grazie - Magliano Sabina (RI)»

Il secondo si origina nel 1399 quando un gruppo di persone eressero la Compagnia dei Disciplinati sotto gli auspici della Vergine Maria con sede in una chiesa del XIII secolo curata dagli Agostiniani. La Compagnia nel XV secolo ricevette una Tavola riportata dall’Oriente dal generale Mariano Falconi durante la II crociata indetta da Pio II. La tavola fu posta in venerazione e raffigurava la Vergine in un fondo stellato la cui veste d’argento con perle era ornata con ghirlanda e con il suo manto proteggeva i fedeli. Il santuario doveva chiamarsi Madonna del Rifugio o della Misericordia ma fu definitivamente chiamato “delle Grazie” a motivo delle invocazioni di grazie per la siccità, per le pestilenze, per le malattie e le infermità. Il cardinale A. Corsini la definisce “miracolosa”. Il maglianese Giovanni Americi nel 1838 promosse una Pia Unione della Madonna delle Grazie.

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«Chiesa di Santa Maria del Giglio - Magliano Sabina (RI)»

Il terzo lo si attribuisce al beato Amedeo Meneses de Sylva nel XV secolo ed era una chiesa e convento francescano, dal 1837 è dei Passionisti e nel XX secolo è passato ai religiosi di San Vincenzo de Paoli. Gli abitanti di Magliano e dei centri vicini vi si recano in pellegrinaggio l’8 settembre di ogni anno.  



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«Chiesa di Santa Maria Assunta - Monteflavio (RM)»

Madonna della Pietà (Monteflavio) nell’altare maggiore della parrocchia dell’Assunta c’è questa immagine, dipinta da Vincenzo Morani nel 1856, olio su tela cm 50x37, viso dolente coronato da dodici stelle e gli occhi rivolti in alto mentre il capo è coperto da un velo. Il manto è un blu scuro. Dono dell’appaltatore Giuseppe Costa e dei trasportatori di neve. Questa immagine secondo dei testimoni nel 1863-64 lacrimò gocce di sudore. Fu stabilita un’indulgenza di trecento giorni con preghiere e visite ad ogni primo giorno della settimana. Nel 1865 l’Arciconfraternita della Madonna del Soccorso in Roma pubblicò un libretto.



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«Chiesa di San Rocco o Santuario Madonna del Diluvio delle Grazie - Monterotondo (RM)»

Madonna delle Grazie (Monterotondo) immagine venerata nella chiesa di san Rocco, fu definita come “diluvio di grazie” per i benefici ricevuti, di cui sono testimoni gli ex voti. Incoronata nel 1760, ha ricevuto le visite di Bonifacio IX nel 1392 e Pio II nel 1458. Nel 2009 la Penitenzieria Apostolica ha concesso l’indulgenza plenaria a motivo del legame con la Basilica di Santa Maria Maggiore in Roma.



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«Madonna della Speranza - Chiesa di Santa Maria Nova in Toffia (RI)»

Madonna della Speranza (Toffia) nel terremoto del 1703 Toffia rimase illesa e come ringraziamento la popolazione decise di celebrare la festa mariana con la preghiera del rosario ed un pellegrinaggio a Farfa. Fu così che nacque il titolo “Madonna della speranza” per l’intercessione avuta. L’immagine è del XVIII secolo ed è opera del Dolci. È stata incoronata l’8 settembre 1951 dal cardinale Giacomo Brignole e collocata nella sua cappella all’interno della chiesa parrocchiale. La processione a piedi Toffia-Farfa è stata rinnovata nel 2015.


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«Chiesa di Santa Maria Assunta - Forano (RI)»

Maria Advocata Nostra (Forano) immagine del secolo XV m 1,20x0,65.  Madonna in trono con il Bambino in piedi sulle ginocchia, dipinta a legno tutta dorata, con ai lati due angeli a braccia conserte. Si ritiene che la tempera fosse la parte centrale di un trittico dove nei laterali erano gli apostoli Pietro e Paolo.  La sua cura era della Compagnia dell’Assunta per voto popolare. L’immagine è coronata ed ha sul manto sinistro una stella ad otto punte. Si trovava nella parrocchia nell’altare del SS. Rosario (oggi altare maggiore) ed è portata in processione il 15 agosto, festa dell’Assunta.



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«L'Assunzione della Madonna - Chiesa SS. Maria Assunta in Cielo - Moricone (RM)»

Madonna Assunta (Moricone) celebre quadro dell’artista Corrado Giaquinto (1703-66) nella parrocchia omonima.



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«Chiesa di Santa Maria Assunta - Tarano (RI)»

Maria SS. Assunta (Tarano) è una chiesa del XII secolo con tre navate, torre nolare, ed un rosone marmoreo nella facciata. Maria Assunta è una Madonna del Latte. Interno a tre navate con pianta irregolare.

Una apparizione mariana nel 1505 tra le fronde di una pianta di noce fece erigere dalla pietà popolare questo santuario locale dal titolo “Madonna della noce” rappresentato da un dipinto su tavola.



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«Santuario della Madonna dei Penitenti - Poggio San Lorenzo (RI)»

Madonna dei Penitenti, i convertiti che si erano pentiti innalzarono una chiesa sull’ex tempio pagano della dea sabina Vacuna. Un affresco del XII secolo fu sovrapposto da una immagine della vergine del 1500. La pietà popolare indica questa chiesa come “santuario” locale.



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«Chiesa di Maria Santissima Assunta in cielo - Cantalupo in Sabina (RI)»

Madonna Assunta (Cantalupo) immagine del 1874 presente nella raccolta mariana della Madonna del Divino Amore a Roma.



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«Villa Monastero Santa Maria in Legarano - Casperia (RI)»

Santa Maria in Legarano (Casperia) chiesa del 1166 con la statua di terracotta policroma dello scultore Carlo Aquilano del 1489. Santa Maria di Legarano è detta anche Santa Maria Leva le Pene. Edificio a croce latina e a navata unica dalle forme romaniche, all’interno decorazione artistica di Bartolomeo Torresani di un Giudizio Universale.



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«Chiesa di Santa Maria dell'Arci - Fara in Sabina (RI)»

Santa Maria dell’Arci (Talocci-Fara Sabina) recentemente restaurato questo santuario locale è una chiesa rurale cinquecentesca sorta sui ruderi del castello dei signori medievali dei Crescenzi, costruito nell’anno mille ed abbandonato nel XIV secolo. Ha forme ortogonali costruito con pietra locale, il tetto è a due spioventi.



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«Chiesa della Madonna degli Angeli - Fara in Sabina (RI)»

Madonna degli Angeli (Castelnuovo di Farfa) in una edicola campestre vi era una antica icona mariana al cui intervento si deve l’aver salvato da una epidemia la popolazione. Quale ex voto l’edicola fu trasformata in chiesa nel 1698. Nel 1933 un crollo devastò la chiesa ma la parete dell’altare che conservava l’immagine venerata fu illesa. La chiesa fu ricostruita per cui essa è per la pietà popolare un santuario locale.


Madonna del Piano e del Rifugio (Collevecchio) sono due chiese considerate santuari locali.


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«Chiesa Madonna del Rosario o Del Piano - Madonna del Piano, Collevecchio (RI)»

Il primo è una chiesa rurale extra moenia sorta anticamente nei pressi di una fonte dalle acque considerate miracolose. All’interno ci sono affreschi votivi del XIV secolo, raffiguranti la Madonna e il Cristo risorto.

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«Chiesa della Madonna del Rifugio - Collevecchio (RI)»

Il secondo è stato costruito fuori Porta Romana nel 1586.


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«Chiesa di Santa Maria delle Grazie con annesso convento - Torricella in Sabina (RI)»

Madonna delle Grazie (Torricella) La chiesa fu fondata nel 1405 dagli Agostiniani che vivevano nell’attiguo convento e vi rimasero per quattro secoli. 

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«Chiesa di Santa Maria delle Grazie - Portale - Torricella in Sabina (RI)»

Edificio semplice dal punto di vista architettonico al cui interno gli affreschi con l’immagine della Vergine in trono coronata dai santi.

Degno di menzione

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«Santuario della Madonna di Vallebona - Orvinio (RI)»

Madonna di Vallebona (Orvinio) la chiesa eretta alla metà del XVII secolo su base di un romitorio si colloca a 871 metri di altezza ea 1,5 km da Orvinio. Questo nome deriva dagli antichi proprietari i coniugi Giovanni e Bona che nel 873 abbandonarono lo stato laicale. Giovanni fu ordinato sacerdote e Bona prese il velo religioso. Donarono il loro fondo terriero con i relativi beni all’abbazia di Farfa che da allora lo denominò la Valle di Bona. Nel 1632 il fondo passa ai Borghese dove nella loro rocca si trovava un’immagine mariana. A seguito della distruzione della rocca, l’immagine fu tagliata e trasferita nella parrocchia, da cui scomparve. 

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Fu ritrovata da un capraio in un roveto: il viso della Madonna aveva segni di sangue, secondo la tradizione. Per pietà e per i miracoli avvenuti, la popolazione costruì tra il 1632-43 una chiesa con il titolo Madonna di Vallebona (custodita da un eremita).  L’autore è ignoto, misura cm 88x70 ed un olio su lavagna. E’ collocata sull’altare maggiore ed rappresentata frontalmente, seduta, incoronata, vestita di una veste bruna con il Bambino Gesù in braccio che indossa un abito bianco ed è in atto di essere allattato. L’immagine è posta su uno sfondo rosso, racchiusa in una teca con cornice di marmo rosa. La chiesa a pianta rettangolare, copertura a capanna semplice, presenta la facciata con portale in pietra sormontata da timpano e fiancheggiato da due finestre. Al di sopra del portale si apre una finestra rettangolare, sovrastata da una apertura circolare. Campanile a pianta quadra. L’interno è a navata unica con affreschi di Vincenzo Manenti (1600-74) ed opere votive. Alla famiglia artistica dei Manenti si devono anche le decorazioni della chiesa di santa Maria dei Raccomandati dell’Anima a Dio sempre ad Orvinio. Dal 1841 Orvinio è passato dalla diocesi Sabina alla diocesi di Tivoli. Il santuario è meta di pellegrinaggio e fu un punto di riferimento per la transumanza. L’immagine è nella raccolta mariana della Madonna del Divino Amore.




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