L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE TRA ETICA E CULTURA
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Il rifiuto dello sviluppo scientifico è come una patologia ricorrente nella storia dell’uomo: l’unico antidoto è un continuo dibattito tra scienza, politica, cultura e religione. Non si possono porre limiti alla ricerca della verità, ma gli scienziati devono ubbidire ai dettami di un comportamento eticamente corretto.
(Nicola Cabibbo, Convegno internazionale "Scienze e conoscenza: verso quale razionalità", Bologna 5-8 settembre 2000)
La prima definizione di INTELLIGENZA ARTIFICIALE è del 1955 ad opera di John Mc Carthy (1927-2011) mentre è dell’anno seguente la costituzione di una scuola tra studiosi e ricercatori a Dart Mouth in Usa per il dialogo uomo-macchina. Il termine intelligenza comprende molte qualità, tuttavia, per intelligenza intendiamo l’insieme delle funzioni mentali che rendono la persona capace di affrontare e risolvere i problemi, di organizzare la propria esistenza, di utilizzare efficacemente le proprie attitudini.
Nel Salmo 118 leggiamo: Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge e la osservi con tutto il cuore.
Per intelligenza artificiale possiamo definire quell’insieme delle ricerche teoriche e tecnologiche mirate alla progettazione di macchine governate da elaboratori elettronici, capaci di acquisire i principi di una data disciplina e di risolvere problemi ad essa inerente mediante processi logici considerati propri dell’essere umano. Il contributo di studiosi come W. Mc Culloch, W. Pitts, A. Turing, F. Rosenblatt ed altri, ha impresso a questa disciplina un’attenzione ampia e profonda.
L’intelligenza artificiale appartiene alla disciplina dell’informatica, che studia i fondamenti teorici, le metodologie e le tecniche che permettono di concepire, progettare e sperimentare dei sistemi artificiali, denominati elaboratori e robot, sia nella componente elettronico digitale, sia nella componente logico-programmatica capaci di fornire delle prestazioni che, ad un osservatore comune, sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva dell’intelligenza umana. L’intelligenza artificiale può essere applicata a qualsiasi settore dell’economia e della società. La sua crescente adozione pone delle sfide che devono essere affrontate nell’approccio interdisciplinare.
I primi robot sono costruiti in USA nel 1961, il termine robotica fu coniato da K. Capek nella sua opera letteraria dall’espressione ceka Robot = servo, pertanto per robot si intendevano le macchine intelligenti. Ora si passa dalle macchine intelligenti alle macchine pensanti.
Per noi comunicatori, l’intelligenza artificiale ci proietta in una nuova era della scienza della comunicazione, di cui riteniamo l’ingegnere canadese Marshall Mc Luhan (1911-80) il fondatore. Siamo entrati nella quarta rivoluzione industriale inserita tra gli obiettivi dell’Agenda 2030. In questo dialogo uomo-macchina la percezione e l’interattività ci sollecitano ad essere sempre vigili, a fruire i mezzi di comunicazione ma non a subirli. In una società come quella contemporanea, definita liquida, disorientata, confusa, distratta, si può verificare che la realtà diventa finzione e la finzione realtà. Già dal 1988 in Italia si è costituita l’Associazione Italiana per l’intelligenza Artificiale e la Scuola Superiore Intelligenza Artificiale (CNR) che promuove studi, ricerche e formazione sul tema, mentre nel 2017 il Politecnico di Milano ha promosso un Osservatorio Intelligenza Artificiale.
Da oltre un decennio le applicazioni dell’intelligenza artificiale generano musica, immagini, testi, procedure con modi accattivanti, materiali ricercati, linguaggio persuasivo ed invasivo. Per noi comunicatori l’intelligenza artificiale è un linguaggio che comporta un’analisi descrittiva e critica, impiegando le teorie di scienza della comunicazione, dell’organizzazione (Ciclo di Deming 1908-93, Swot, Johari Window di Joseph Luft 1916-2014) della sociologia, della psicologia, della filosofia e della teologia.
Richiamiamo l’attenzione ai documenti del magistero pontificio che, dal Concilio Vaticano II ad oggi, sono stati illuminanti e poi all’ enciclica Fides et Ratio di Giovanni Paolo II nel 1998 di cui si cita il passo: "fede e ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano si innalza verso la contemplazione della verità".
Nel messaggio di papa Francesco del 12 maggio 2024, 58^ Giornata Mondiale delle comunicazioni sociali, è chiara e potente la riflessione sull’intelligenza artificiale:
Benché il termine intelligenza artificiale abbia ormai soppiantato quello più corretto, utilizzato dalla letteratura scientifica, machine learning, l’utilizzo stesso della parola "intelligenza" è fuorviante. Le macchine possiedono certamente una capacità smisuratamente maggiore rispetto all’uomo di memorizzare i dati e di correlarli tra loro, ma spetta all’uomo e solo a lui decodificarne il senso.
Niente può sostituire la nostra intuizione, il nostro pensiero, la nostra coscienza.
«Confronto IA - uomo»
L’intelligenza artificiale è dinamica, produce cause ed effetti, opportunità (semplificazione, risparmio tempo, innovazione, dialogo tra macchine, sostituzione in lavori pericolosi, ecc.) e minacce o pericoli. Non dimentichiamo che la nostra è una società del rischio (così definita da Beck) e come tale lo possiamo classificare: minimo o basso, limitato o trasparente, medio-alto, inaccettabile o alto. Di conseguenza, occorre un sistema di sanzioni: il rischio non si può escluderlo ma limitarlo.
Alcuni esempi di ciò che diciamo possono essere quello di quando scopriamo che al telefono stiamo parlando con una macchina ripetitiva e a senso unico, oppure quando il computer ci chiede se siamo un robot o ancora ci viene chiesto di formulare la domanda in un altro modo…
Il rischio è determinato dalla nostra percezione, dalla nostra aspettativa, dalla simulazione, dall’ansia.
Il grande rischio del progresso tecnologico è quello di trasformarsi da mezzo in fine e, quando questo accade, l’uomo diventa schiavo delle sue tecnologie, le quali diventano terribili strumenti di manipolazione dell’uomo stesso. La tecnologia è la molla dell’economia e l’economia è finalizzata all’avere. Pertanto privilegiare la tecnologia significa privilegiare la sfera dell’avere a scapito della sfera dell’essere, significa inoltre promuovere una cultura scientifica che opprime e soffoca la cultura umanistica.
Il campo dell’intelligenza
artificiale richiede conoscenza e competenza, per cui occorre educazione,
formazione, diritto, etica. Non c’è dubbio che l’intelligenza artificiale
produce cultura e nelle attività culturali esiste una gerarchia e un ordine
preciso che ha come principio supremo l’uomo: in effetti la cultura (dal
latino: coltivare) è essenzialmente coltivazione dell’uomo.
La cultura diventa informazione, comunicazione, proposta di modelli di comportamento, strumento di integrazione e di promozione sociale, organizzazione di risorse, coordinamento di strutture operative. La cultura è ricerca, servizio.
Il compito dei comunicatori, quali operatori di cultura, è triplice: conoscere la realtà, intervenire su di essa, programmare lo sviluppo.
In questo scenario i mezzi di comunicazione sono fattori culturali in cui è necessario molta prudenza per individuare le implicazioni, il potenziale di bene e di male del nuovo mezzo e per affrontare in maniera creativa le sfide e le opportunità che offre.
E’ necessaria giustizia, in particolare per eliminare il digital divide, il divario di informazione tra ricchi e poveri. Ciò richiede un impegno in favore del bene comune internazionale e la globalizzazione della solidarietà. E’ necessaria la temperanza, un approccio autodisciplinato ed un comportamento etico per utilizzare saggiamente, per fare bene e il bene.
L’etica è lo stato di relazione tra le persone, regolato da norme scritte e non scritte ma dotate di forza obbligante, in grado di far crescere il singolo nella cura di sé e nella capacità di interagire con gli altri in modo costruttivo.
L’etica si occupa di realtà concrete, a partire dalla concretezza dell’essere umano, dotato di una dimensione corporea e spirituale (sapere, saper fare, saper essere) continuamente bisognoso del soccorso della comunità in cui vive. Perciò il primo posto, in quell’ordine preciso, spetta all’etica, essendo il suo obiettivo quello di "fare l’uomo".
Questa è la nostra identità-immagine a cui siamo chiamati a rispondere.
L’Unesco, nella sua Raccomandazione del 25 novembre 2021 dal titolo "L’etica dell’intelligenza artificiale", ha richiamato ogni organizzazione, azienda o persona fisica che sviluppi o implementi l’intelligenza artificiale, ad agire in modo etico e in linea con i diritti umani.
Etica dell’intelligenza artificiale significa assicurarsi che le nostre interazioni con sistemi di IA non siano dannose, ma contribuiscano alla pace, alla dignità umana, alla sostenibilità e alla sicurezza.
L’Unesco ha inoltre rivolto l’invito ad agire in cinque aree (Salute, Cultura, Educazione-Ricerca, Ambiente-Ecosistemi, Genere) e a sostenere lo sviluppo dell’IA etico incentrato sulla persona.
«Cultura e intelligenza artificiale»
I pilastri che sorreggono tutto il resto dell’edificio culturale si possono ridurre a cinque: la lingua, i costumi, le tecniche, i valori e le istituzioni.
In questa prospettiva al centro si pone la persona e non l’oggetto.
Una cultura è sana, e quindi fattore
di civiltà, nella misura in cui essa sa assolvere i suoi compiti fondamentali:
umanizzazione dell’uomo, realizzazione della persona, promozione della
convivenza pacifica e solidarietà tra cittadini, crescita del
benessere materiale spirituale della società.
Letture consigliate:
AA.VV., Intelligenza artificiale sfida del secolo (focus), Istituto Rezzara, Vicenza, 2024
AA.VV., Scienza e tecnologia verso il nuovo millennio, Enea, Roma, 2001
AA.VV., Intelligenza artificiale: governance, responsabilità e privacy, Senato della Repubblica, Roma, 2024
AJASSA M., Comunicazioni
sociali: nuova terra di missione, Edizioni I.C.E.F., Aquila, 2006
AJASSA M., L’originale e la copia, Lief, Vicenza, 1983
ANDLER D., Il duplice enigma. Intelligenza artificiale e intelligenza umana, Einaudi, Torino, 2024
CALIGIORE D., Curarsi con l’IA, Il Mulino, Bologna, 2024
CALIGIORE D., IA istruzione per l’uso, Il Mulino, Bologna, 2022
CODELUPPI V., I 7 tradimenti del digitale, Laterza, Bari, 2024
FLORIDI L., Etica dell’intelligenza artificiale. Sviluppi, opportunità, sfide, Raffaello Cortina Editore, Roma, 2022
GALLETTI M. & ZIPOLI CAIANI S., Filosofia dell'Intelligenza Artificiale. Sfide etiche e teoriche, Il Mulino, Bologna, 2024
LETTERATURA CINEMATOGRAFICA (films): Terminator, Io robot, War games, Robocop, 2001 odissea nello spazio, Il pianeta proibito, Guerre stellari, Blade Runner, Stark trek, Atto di forza…
MASSIMIANI U., Linguaggio della Comunicazione (studio), Roma, 2000
PESCHKE K.H., Etica cristiana, Urbaniana University Press, Roma, 1999
QUINTARELLI S. (a cura di), Intelligenza artificiale: Cos'è davvero, come funziona, che effetti avrà, Bollati Boringhieri, 2020
RICOEUR P., Etica e morale, Editrice Morcelliana, Brescia, 2023
TAMBURRINI G., Etica delle macchine. Dilemmi morali per robotica e intelligenza artificiale, Carocci Editore, Roma, 2020
Sitografia
Agenda Digitale. Il giornale sull'agenda digitale italiana
Aixia - Associazione Italiana per l'Intelligenza Artificiale
Advanced School in AI – Skills, training and networking for AI project
Intelligenza Artificiale - Il portale dedicato all’Intelligenza Artificiale
Intelligenza Artificiale Italia - Piattaforma di riferimento dedicata al mondo dell'I.A.
Punto Informatico. Notizie Online su Informatica e Tecnologia