CULTURA DELLA SOSTENIBILITÀ

L’Istituto di Studi Sabini contribuisce alla cultura della sostenibilità sin dalla sua costituzione nel 1984 con studi e ricerche, mostre e convegni nella promozione culturale-ambientale e formativa, nella collaborazione e partecipazione con enti pubblici e privati.

Citiamo in modo specifico quello dell’olivicoltura e dell’oleoturismo, lo studio interdisciplinare sulla cultura dell’acqua, della responsabilità sociale di impresa, sulla ruralità, sull’etica ambientale, sulla storia del pensiero unitario tra natura e cultura.

La prima elaborazione formale del concetto di sviluppo sostenibile comincia a delinearsi nella conferenza sull’Ambiente di Stoccolma, organizzata dalle Nazioni Unite nel 1972, alla quale partecipano 133 Paesi. Per la prima volta, in sede di stesura finale, vengono delineati alcuni principi base della sostenibilità, in particolare il ventunesimo principio: “Gli esseri umani hanno un diritto fondamentale alla libertà, all’uguaglianza e a condizioni di vita soddisfacenti, in un ambiente la cui qualità permetta loro di vivere in dignità e benessere. Essi hanno il dovere solenne di proteggere e migliorare l’ambiente per le generazioni future”.

A seguito della Conferenza nasce la Commissione Bruntland che nel 1987 produce un rapporto intitolato Our Common Future nel quale il concetto di sviluppo sostenibile trova un’adeguata espressione e diffusione oltre ad evidenziare tre componenti fondamentali per lo sviluppo sostenibile: la protezione dell’ambiente, lo sviluppo economico, l’equità sociale. Sul concetto di sostenibilità le organizzazioni istituzionali, gli Stati e la società civile ricercano soluzioni e proposte di fronte al crescente degrado dell’ambiente naturale e delle sue risorse oltre alle diseguaglianze socio-economiche tra paesi del Nord e del Sud del mondo.

Lo sviluppo sostenibile a livello internazionale è definito come "uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni". Da un punto di vista etico, la riflessione sullo sviluppo sostenibile mantiene la centralità della persona umana come soggetto morale – ponendo nello stesso tempo la questione di un ampliamento della lista dei diritti umani riconosciuti per ricomprendere i cosiddetti nuovi diritti di solidarietà, pace, ambiente, sviluppo – e riconosce che ogni tipo di vita va valutata positivamente e rispettata allargando i confini dell’attenzione morale alla vita non umana. Dal punto di vista politico-economico l’approccio della sostenibilità consente di superare la tradizionale contrapposizione tra ambiente e sviluppo, evidenziando la stretta interdipendenza esistente tra degrado delle risorse naturali, crescita economica e qualità della vita.

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La sostenibilità si propone come un approccio multidimensionale e integrato nella gestione dei processi di sviluppo di una comunità sia essa locale, nazionale o internazionale ricercando l’equilibrio tra i diversi valori economici, sociali, ambientali in gioco. Il principio della sostenibilità rispecchia la filosofia della Dottrina Sociale della Chiesa che si fonda sul primato della persona umana, sulla autonomia e la responsabilità dei corpi intermedi e sulla solidarietà universale.

La sostenibilità genera una cultura virtuosa ed è inserita nella Carta dei Valori di imprese, associazioni e movimenti per avviare processi, tracciare percorsi, allargare orizzonti, creare appartenenze per guardare al futuro puntando sulla sostenibilità.

Nel 2015 le Nazioni Unite hanno individuato 17 obiettivi globali da raggiungere entro il 2030, in una visione di sviluppo basata su integrazione, universalità, partecipazione e che sintetizza in cinque concetti chiave, le cosiddette 5P: persone, prosperità, pace, partnership, pianeta.

Gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile sono: sconfiggere la povertà, sconfiggere la fame, salute e benessere, istruzione di qualità, parità di genere, acqua pulita e servizi igienico-sanitario, energia pulita e crescita economica, lavoro dignitoso e crescita economica; imprese, innovazione e infrastrutture; ridurre le diseguaglianze, città e comunità sostenibili, consumo e produzione responsabile, lotta contro il cambiamento climatico, vita sott’acqua, vita sulla terra; pace, giustizia e istituzioni solide; partnership per gli obiettivi.
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